Oggi parliamo del torrone, una autentica prelibatezza dolciaria che, anche se la tradizione dipinge come prevalentemente ‘natalizia’, almeno in Italia si consuma tranquillamente durante tutto il corso dell’anno. Il termine deriva dal latino ‘torrere’ (abrustolire), ed è chiarissimo il riferimento alla frutta secca tostata di cui esso è composto.
Un impasto costituito basicamente da albume d’uovo, miele e zucchero, viene farcito con nocciole, noci, arachidi, o mandorle tostate; la classica ‘barretta’ (formato più comune in cui viene prodotto il torrone) viene poi solitamente ricoperta da due sottili strati di ostia (quella che ci da il parroco quando facciamo la prima comunione). E’ da dire che oggi il torrone si può trovare addirittura in tutta una serie di squisite varianti di sapore come arancia, vaniglia, cereali o addirittura frutti di bosco), anche se per i veri intenditori quello prodotto con metodo originale e casareccio resta sempre il più saporito.
Origini del torrone
Ancora oggi non si ha nessuna notizia certa su dove sia stato prodotto per la prima volta il torrone, ma ci sono parecchie tracce che conducono alla penisola arabica in un’epoca che si aggira tra il 1200 ed il 1300 quando, si narra, i musulmani lo introdussero in terra iberica prima, ed italiana poi. Anche alcuni antichi scritti del satiro romano Tito Livio già parlavano del torrone, ma tuttavia non si è riuscito a capire realmente di chi fu questa gustosissima invenzione.
C’è chi sostiene che furono gli Arabi a scoprire il torrone, e che tutto successe per caso; sembra infatti che fu bandito un concorso per cercare un nuovo alimento nutritivo da usare durante le lunghe e massacranti campagne di guerra, un cibo che avesse la capacità di conservarsi in buono stato per molto tempo, e che contenesse calorie a volontà da bruciare in battaglia. Un’altra ipotesi conduce invece verso un artigiano catalano soprannominato Turrò, che fu capace, in un’epoca di miseria e fame, di inventare un alimento super energetico con le risorse più abbondanti che la terra metteva a disposizione a quei tempi.
Caratteristiche di questo dolce tradizionale
Possiamo suddividere il torrone tradizionale in due grandi categorie principali, duro e morbido; da qui poi tutta una serie di possibili varianti di forma, ingredienti o sapore, cosa che generalmente varia a seconda della regione nella quale viene prodotto. Sebbene le origini del torrone siano dunque da attribuire ai paesi arabi in un primo momento e catalani poi, è in effetti l’Italia il paese che per primo ha iniziato a specializzarsi nella sua lavorazione, ed oggi può vantare diversi riconoscimenti a livello mondiale per l’altissima qualità del prodotto che offre.
Vastissima è anche la gamma di torroni e torroncini ricoperti di cioccolato, una vera minaccia per i più golosi; anche le varianti elaborate con ‘pasta reale’ (una particolare pasta di mandorle ricoperta di cioccolato fondente o di glassa di zucchero) sono abbastanza diffuse, ma alla fine il campione di vendite risulta essere sempre il torrone tradizionale.
Come si elabora il torrone?
E’ cosa certa che il torrone, così come la maggior parte dei prodotti che hanno una certa ‘storicità’, ha subìto una serie di piccole modifiche nel suo processo di produzione nel corso degli anni; se infatti un tempo esso veniva prodotto in modo casareccio, magari addirittura proprio in casa, oggi invece si produce in grossi capannoni industriali ma, fatto salvo qualche piccolo trucchetto per renderlo più saporito, le basi sono sempre le stesse.
E’ il grado di cottura dell’impasto di zucchero, miele e bianco d’uovo, che influisce chiaramente sulla durezza o morbidezza del prodotto finito; nel caso del torrone duro il tempo di cottura può arrivare anche a raggiungere le 12 ore, mentre ne sono sufficienti appena 2 per ottenere un torrone tenero.
Un impasto più umido risulta ovviamente essere anche più morbido, ed inoltre tra le due produzioni c’è anche qualche altra piccola differenza nei dosaggi degli ingredienti che compongono l’impasto.
Un dolce natalizio, a cosa è dovuto ciò?
Così come non è ancora stata ufficializzata la paternità del torrone, allo stesso modo non si riesce ancora oggi a capire perché il consumo di questa prelibatezza venga prevalentemente associato con le festività natalizie; diciamo pure che sin da quando siamo nati ci siamo ormai abituati a vedere supermercati e vetrine coloratissime piene di ogni varietà di torrone specialmente nel periodo natalizio, ma in effetti il torrone esiste e si consuma tutto l’anno.
Alcuni pensano che il consumo di torrone durante le festività più importanti sia associabile al costo degli ingredienti da cui è composto; anticamente infatti, mandorle, miele, nocciole, erano alimenti piuttosto difficili da trovare, e chi ci riusciva era considerato benestante. Da qui la supposizione che durante il Santo Natale, ovvero la festa più importante dell’anno, già da tempo immemore esista la tradizione che sulle tavole imbandite a festa non debba mai mancare dell’ottimo torrone.